Ciclismo: passione da tre generazioni
L’inizio con il nonno Alfredo che poi ha aperto un laboratorio di riparazioni delle amate due ruote
A Sombreno di Paladina la famiglia Piazzalunga è da sempre sinonimo di ciclismo. La lunga tradizione attinge negli anni immediatamente dopo la guerra, il giorno in cui l’allora giovane Alfredo(classe 1931) decideva di correre in bicicletta nelle file della Ciclistica Baracchi. Erano gli anni in cui lavorava da Antonio Pesenti, vincitore nel 1932 del Giro d’Italia; realizzava telai nella mitica bottega di via Torquato Tasso prima di assaporare l’esperienza agonistica che dal punto di vista dei risultati non è probabilmente stata al pari delle aspettative, ma l’ha sicuramente forgiato nelle successive e più importanti tappe della vita.Quando, ad esempio, si mise in proprio allestendo un piccolo laboratorio per la riparazione di biciclette nel centro storico della “sua” Sombreno; l’incoraggiamento della moglie Maria, la nascita prima di Fausto (nel ricordo del Campionissimo), poi di Silvia, hanno rappresentato ulteriori incentivi per lo sviluppo della sua attività artigianale. Soltanto che, in cuor suo, sognava Fausto campione della bicicletta. In effetti Fausto ha provato, ha corso con grande volontà e impegno nella squadra del paese ma come il papà non è andato oltre qualche buon risultato per cui, a sua volta, si rimboccato le maniche: più che impugnare il manubrio della bicicletta si è dato da fare nel laboratorio di famiglia nella riparazione e vendita di biciclette, attività tuttora in atto: sempre a Sombreno, ovviamente. Ma la storia della famiglia Piazzalunga non finisce qui. Dopo il matrimonio di Fausto con Anna Maria ecco, nel ’93, la nascita di Luca, un altro Piazzalunga da … piazzare nel mondo del ciclismo. La speranza certamente non nascosta di nonno Alfredo, quella celata di papà Fausto, si è avverata lo scorso anno nel momento in cui il ragazzino ha deciso di praticare l’attività di mountain bike iscrivendosi alla Scuola Felice Gimondi di Sombreno, sodalizio presieduto da mons. Mansueto Callioni. A differenza del nonno e del papà, il piccolo Luca ha subito manifestato propositi di alta classifica: qualche risultato nel 2000 e quest’anno la prima vittoria accolta in famiglia con comprensibile soddisfazione. Dalla mountain bike al ciclismo su strada il passo è breve, lo medita Luca il quale per il momento più che all’agonismo pensa a divertirsi, il seguito verrà da sé. Ma se il buon giorno si vede dal mattino, nonno Alfredo e papà Fausto tengono più di una speranza. La tradizione di famiglia è insomma destinata a continuare. Alla grande? Lo scopriremo tra qualche anno. Per il momento va bene così.